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VORMUND & SABRA
in:

ACHTUNG ACHTUNG!!!

(1° parte)

di

Carmelo Mobilia & Mickey


Un timer rotondo, con le lancette, stava ticchettando in modo angosciante.
"Sono retrò in tutto, anche nella tecnologia", pensò Sabra, nel vano tentativo di distrarsi, per poi concentrarsi sull'obiettivo.
Non ci riusciva. Una volta era morta, a causa di una bomba. Molto diversa, eppure quella situazione le rievocava quel momento.
Respirava affannosamente, il cuore le batteva a mille, il petto era oppresso.
Aveva un attacco di panico in piena regola.
E se non si fosse ripresa entro pochi secondi, in tempo per disinnescare l'ordigno, molti innocenti sarebbero morti per causa sua...


Berlino, Germania.Qualche giorno prima.


<Ok, sono pronto. Fa' fuoco. >
Sentita la richiesta, il tizio alla console in risposta pigiò alcuni tasti e, nella stanza al di là del vetro a specchio, il fucile automatico iniziò a sparare: tre colpi di fila, in grado di sfondare la carrozzeria di un’automobile, ma l’uomo mascherato non si scansò e rimase in piedi, gonfiando il petto e incassando i tre proiettili; dopo aver stretto i denti, si mise a correre verso l’arma che continuava ad emettere colpi, che adesso però riusciva a schivare muovendosi a grande velocità. Poi spiccò un balzo e colpì il mitragliatore, staccandolo dal sostegno del modulo cui era collegato. I fili elettrici ora scoperti emettevano scariche elettriche, mentre il silenzio scendeva sulla sala di addestramento.

<<Wunderbar!>>  esclamò una voce dall’altoparlante  << Esercizio perfetto: hai assorbito l’energia cinetica dei tre colpi e l’hai ridistribuita per aumentare velocità, agilità e forza. I tuoi poteri sono eccezionali come sempre, Hauptmann.  >>

<Danke Schon. Ormai ci ho preso la mano. Certo, rispetto ai tempi dell’accademia le cose sono cambiate... Chris Nord ci andava più pesante...>

<<Non sei più una recluta ora. Riposati, prima dell’altra prova.>>

Un tempo, l’uomo con costume nero, rosso e giallo rispondeva al nome di Hauptmann Deutchland - «Capitan Germania» in lingua tedesca. Ora invece era noto col nome di Vormund, ma sostanzialmente il suo ruolo non era cambiato: era l’eroe nazionale della Germania, la risposta teutonica a Capitan America, anche se il suo ruolo all’interno del governo ricalcava più quello di USAgent.

Qualche tempo prima, per prendere le distanze dagli orrori del nazismo e dai criminali internazionali che ancora oggi fanno appello a quel loro terribile passato, il governo, allora guidato dal cancelliere Gerhard Schröder, decise di creare una figura supereroistica che avesse come priorità la lotta ad ogni tipo crimine legato al neonazismo.

 Per tale ruolo fu scelto il capitano Markus Ettlinger, agente pluridecorato del GSG9 [1].

Mark aveva una forte motivazione che lo aveva spinto ad accettare di buon grado la prestigiosa candidatura: suo nonno era stato il braccio destro di Josef Mengele durante la Seconda Guerra Mondiale, gettando vergogna sulla propria famiglia, vergogna che aveva perseguitato suo padre per tutta la vita e che alla fine lo aveva spinto a suicidarsi. Il ragazzo dunque cercava disperatamente di riabilitare il proprio nome e di riscattarsi dall’infamante eredità.

Venne sottoposto ad un processo di manipolazione genetica al fine di ottenere dei superpoteri che gli conferirono la capacità di assorbire l’energia cinetica e di reindirizzarla per accrescere le proprie capacità fisiche o per respingere gli attacchi, come aveva ampiamente dimostrato nel test appena effettuato.

In seguito venne severamente addestrato dall’agente segreto Christoph Nord, il mutante noto come Maverick. Fu proprio lui ad insegnargli a gestire il proprio superpotere;  anche dopo molti anni, Mark non poteva non notare le somiglianze tra le sue capacità e quelle di colui che era diventato il suo amico e mentore. Gli veniva da domandarsi se non vi fosse qualche collegamento, se il governo non avesse fatto esperimenti sui mutanti, e se lui fosse stato consenziente o cavia impotente di questi... ma nessuno si era preso mai la briga di risolvere questi suoi dubbi.

Il suo rimuginare venne interrotto dall’allarme.

<Was das ...??>

<< Vormund, in sala riunioni, presto! Pare ci sia un lavoro per te...>>

< Lavoro per me? Sarà qualcosa di grosso, dunque...> mormorò tra sé, scattando verso l'uscita della sala allenamenti.

 

Isola di Rügen, Germania. Seebad Prora.

Non si può dire che Adolf Hitler non fosse uno sperimentatore pieno di idee e iniziativa.  Le architetture concepite dal suo architetto di fiducia, Albert Speer, e mai realizzate sono numerose.
Tra i progetti minori del Fuhrer, figurava persino uno stabilimento balneare, il Bagno di Prora, su quest'isola affacciata sul Mar Baltico.
Dopo decenni, sono rimasti alcuni edifici mai utilizzati, in stato di degrado. Un posto in cui è facile nascondersi, o in cui sarebbe stato facile nascondere qualcosa ai tempi in cui era un cantiere aperto.

Con la caduta del Reich, infatti, qualcuno aveva avuto la brillante idea di nascondere proprio qui alcune prove più terribili delle atrocità del nazismo e della loro “soluzione finale”. D’altronde, chi avrebbe mai cercato in un luogo di vacanza come questo? E invece a certe persone venne effettivamente in mente di recarsi qui a compiere degli scavi per cercare qualcosa, senza avere però l’autorizzazione del governo. Su sollecitazione di alcuni bagnanti, le forze dell’ordine si erano recate sul posto, ma non si aspettavano un commando armato pronto a rispondere al fuoco, e men che meno una “Spinnefrau” - una donna dai poteri ragneschi in grado di sbarazzarsi dei poliziotti, e dei militari accorsi dopo, come fossero degli scolaretti.

Quando il jet di Vormund arrivò sulla scena, illuminando con il faro la scena sottostante, non riusciva a credere ai suoi occhi. All’interno del “Colosso di Prora” due enormi ruspe scavavano in profondità, mentre all’esterno i terroristi e quella donna-ragno impedivano a chiunque di avvicinarsi.

<Avvicinati quel tanto che basta per non farti colpire dai proiettili. Io salterò .> ordinò Vormund al pilota. Questi eseguì la manovra, e non appena fu all’altezza giusta, il supereroe tedesco si lanciò verso il basso, senza utilizzare il paracadute, sprezzante del pericolo: facendo ricorso al suo superpotere, infatti, assorbì completamente l’energia cinetica sviluppata nell’impatto con terreno, e il suo organismo la tramutò in forza, resistenza e velocità.

Con queste sue abilità accresciute, Vormund si abbatté come un tornado contro i commandos. Compì un grande balzo verso la loro postazione, atterrando in mezzo a loro, poi a furia di pugni e calci ne mise fuori combattimento molti.

Il suo addestramento e i suoi superpoteri lo rendevano un avversario di categoria superiore per loro, ma non erano affatto impreparati al dover affrontare un combattente metaumano; infatti dalle retrovie fece la sua apparizione quella misteriosa donna dalle movenze aracnidi: aveva capelli ricci e neri, vestiva di rosso e portava un mantello giallo.

-<Guten Tag mein herr. Sono spiacente ma non posso permetterle di interrompere i nostri lavori di scavo.> disse la sconosciuta.

< Il tuo accento... sei americana. Chi sei? > chiese il Capitano tedesco.

 <Non sai chi sono?  Mein Gott, è vero che è passata parecchia acqua sotto i ponti da quando bazzicavo da queste parti, però speravo di venire ancora riconosciuta...>

<Invece non è così. Non so chi siete e cosa state facendo qui, ma la cosa termina ora.  Arrendetevi e deponete le armi!>

< Questo non accadrà mai!> disse la donna passando all’attacco  <Ma posso darti alcune risposte. Io sono la Regina Ragno, e quanto al cosa faccio qui, beh ... diciamo che sono venuta a riprendermi qualcosa che mi appartiene!>

La Regina Ragno continuava a saltargli intorno continuando a colpire e scappare. Era la tattica peggiore da utilizzare da chi immagazzina energia cinetica. Vormund stava sulla difensiva, aspettando il momento opportuno per attaccarla. Utilizzava l’energia assorbita per aumentare la propria resistenza ai colpi della donna.

Ma cosa ci faceva una superdonna americana in quel posto? Qual era il loro obiettivo?

<Devo riconoscere che sei uno tosto, te lo concedo ... se avessimo avuto più uomini come te, durante la guerra, i sovietici non ci avrebbero sconfitto! > disse la donna.

<Ciò che dici non ha senso!> gridava Vormund, mentre continuava a difendersi dai suoi colpi.

< Invece ne ha molto più di quello che credi, mein freud, fidati> gli rispose la Regina Ragno, mentre spruzzava la sua tela>

<Purtroppo non ho il tempo di stare a spiegarti. I miei uomini hanno preso quello per cui siamo venuti e dobbiamo andarcene. Auf wiedersehen! >

La tela immobilizzò Vormund, impedendogli ogni movimento. Pochi istanti dopo dal mare emerse un enorme veicolo che sembrava essere uscito da un film di fantascienza. Gli uomini cominciarono a caricarne a bordo degli enormi fusti. Era dunque per quelli che erano venuti fin lì. Al supereroe mascherato balenò in testa un inquietante sospetto su quello che potevano contenere.

<No, non ve ne andrete tanto facilmente!>

 Vormund serrò la mascella, digrignò i denti e facendo nuovamente appello all’energia cinetica assorbita durante lo scontro la reindirizzò verso i suoi muscoli e aumentando la sua forza strappò la tela.

<Si è liberato!> osservò uno dei commandos.

<Ci penso io. Voi proseguite.> rispose la Regina Ragno.

< Complimenti, herr hauptmann, non credevo che avessi le capacità per liberarti; non sono in molti a saperlo fare.>

<Ora basta, non sono più in vena di misteri ed enigmi! Consegnatevi ora! > gridò l’eroe tedesco furioso.

Ripresero da dove avevano lasciato, ma Vormund aveva immagazzinato abbastanza energia da poter passare all’attacco stavolta, e quando la donna fu abbastanza vicina da poterla colpire, lasciò partire un destro micidiale che la colse di sorpresa: non si aspettava una tale velocità da lui. Stufa di quell’insolito balletto, decise di chiudere la partita, colpendo il teutonico con un micidiale calcio a piedi giunti che avrebbe come minimo paralizzato un uomo normale, ma durante tutto il combattimento non era riuscita a comprendere il potere di Vormund, che reindirizzò la forza del suo stesso colpo verso di lei; la Regina Ragno venne respinta come se si fosse scontrata con un muro di gomma, il rimbalzo le fece fare un volo di parecchi metri, lasciandola stordita sulla spiaggia. Markus cercò invano di correre dietro al sottomarino, che però iniziò la manovra di immersione ben prima che lui lo avvicinasse.

Era stato un gesto istintivo... anche se lo avesse raggiunto, cosa avrebbe potuto fare? Non avrebbe potuto impedirne la fuga. Imprecò rabbiosamente, poi tornò dalla Regina Ragno, ancora intontita per l’impatto precedente.

<Non muoverti, fraulein. Sei in arresto. Hai tante cose di cui dover rispondere... >

Poi parlò nel suo comunicatore da polso e disse:

<Qui Vormund: ho catturato un prigioniero. Mandate un elicottero a prelevarci. >

 

Bundeskriminalamt. Sede di Berlino. Stanza degli interrogatori.

Quale che fosse il nome del suo alias, Markus Ettlinger era pur sempre un eroe nazionale e trovava piena collaborazione da parte delle forze di polizia tedesche.
Per questo, quando aveva chiesto di poter interrogare personalmente la prigioniera, il responsabile aveva acconsentito facilmente. Grazie a questo, si ritrovava da solo, faccia a faccia con la Regina Ragno, senza nemmeno uno straccio di avvocato a garantire i suoi diritti.
<Qui nessuno vuole sporcarsi le mani o scatenare incidenti diplomatici, per quanto nessuno si lamenterebbe se usassimo le maniere forti con una nazista. Per questo mi hanno mandato avanti... lei conosce noi in costume, ci sentiamo in diritto di sopperire ai limiti delle autorità...>
L'accusata, seduta di fronte a lui, continuava ad avvalersi della facoltà di non rispondere, in un modo che gli faceva salire il sangue al cervello. Non avrebbe ceduto a quello sguardo di sfida.
<Prima di entrare ho studiato il suo fascicolo. Non ha senso! Innanzitutto, lei è davvero la Regina Ragno della Seconda Guerra Mondiale? Se lo è, si può sapere come cazzo fa a essere ancora giovane come allora?>
Sharon Kane abbozzò un sorriso:
<E' una lunga storia... ma sappia che esistono tecnologie capaci di guarire qualsiasi malattia [2] , capaci di cambiare il mondo... e che i governi del cosiddetto mondo libero tengono nascoste per mantenere lo status quo.>
Vormund decise di lasciar cadere la provocazione, senza soddisfare oltre quella sua curiosità, per dirottarsi su un'altra:
< ... piuttosto, non ci risulta che lei avesse alcun superpotere. Anche questo dipende da queste fantomatiche tecnologie?>
< Oh, no, i miei nuovi poteri ragneschi sono un regalo magico... il regalo d'addio di un dio [3]. >
<Ok, più andiamo avanti e meno le cose hanno un senso...> si lisciò il mento Vormund.

<Ricapitoliamo: suo marito viene ammazzato da spie sovietiche, gli Stati Uniti si alleano temporaneamente con i russi per unire le forze contro Hitler... e lei, cittadina americana, per ripicca si mette a collaborare con i nazisti?>

<Beh? Non ho fatto nulla di più di quanto ha fatto Marlene Dietrich ai miei tempi! Quei rossi hanno ammazzato il mio uomo, e il mio governo anziché farmi ottenere giustizia si allea con quei porci? Cos’altro avrei dovuto fare?>

<Potrei anche capire lo shock del momento. Peccato che sia passato più di mezzo secolo da allora! Che cosa la spinge adesso?! Il mondo è completamente cambiato!>
<Quando si imboccano certe strade, non si può tornare indietro... > ammise la donna, con una certa, inaspettata melanconia nella voce.
<Pensa che suo marito... > lo sguardo di Mark cadde con discrezione sul fascicolo, per rinfrescare la memoria sul suo nome <...  pensa che Harry sia fiero di lei? Di quello che ha fatto, di quello che fa, di quello che è diventata?>
<Non lo nomini!> si inalberò Sharon, con soddisfazione del suo accusatore, il cui obiettivo era proprio farle perdere il contegno.
< Io lo nomino quanto mi pare! > sbatté una mano sul tavolo < Qui in giro ci sono delle bombole di Zyklon B che potrebbero essere sparse da un momento all'altro e lei ora ci dirà dove sono dirette!!! >

 

La Regina Ragno lo fissò per qualche secondo, in un'espressione indecifrabile. Il suo viso, incredibilmente giovane, pur segnato dai drammi, si trasformò in una maschera di disperazione.
Vormund rimase spiazzato perché non si aspettava di farla crollare così facilmente, ed infatti non credette alla messinscena. Non le diede alcun conforto, si trincerò nel silenzio e la guardò piangere a singhiozzi.
La pazienza venne ripagata. Dopo aver preso alcuni respiri profondi, la prigioniera iniziò a cantare:
<Io... io ero ricercata negli Stati Uniti. Mi sono decisa a chiedere aiuto ai Fenris per nascondermi o scappare.>
< I Fenris!> la interruppe l'eroe. Quel nome evocava i brividi a tutti i tedeschi, onesti o meno.

 Si pentì di aver frenato la confessione, subito smentito dalla voglia di parlare della Kane:
<Sì, sì, loro. Anche se non ci conoscevamo direttamente, è scattata una solidarietà tra... nazisti, come avevo sperato. Mi hanno portata via. Ero comunque in debito con loro, dovevo dimostrare di essere un'alleata utile e fedele, e così... >

Quartier generale dei Fenris. In una località segreta.Qualche settimana prima.

I Lupi Neri è il nome di una delle più temute organizzazioni terroristiche del pianeta e i suoi fondatori, Andrea e Andreas Von Strucker, noti come i Fenris, sono figli d'arte, per così dire, del più famoso barone Wolfgang, la mente dietro l'HYDRA.
Quando Sharon Kane aveva chiesto la loro protezione, la diffidenza l'aveva fatta da padrona. La storia della criminale era troppo contorta, troppi i voltafaccia nel suo curriculum. Avrebbero potuto fidarsi?
In poco tempo, invece, la Regina Ragno era stata in grado di conquistare la loro fiducia, grazie a una certa schiettezza e un fiero servilismo. Abbastanza da darle il ruolo di osservatrice in un delicatissimo briefing sul prossimo attacco terroristico.
< ... è il cuore della loro economia e, si sa, se vuoi ferire un ebreo, colpiscilo nel portafogli!> spiega le ragioni Andreas, seguito a ruota da sua sorella:
<Vogliono fare i santarellini, piangono e pregano a Gerusalemme... Tel Aviv invece mostra la verità. Una città ricca, corrotta, piena di vizi. Lo sai che è la capitale preferita dai froci, no? > chiede conferma all'ospite, senza aspettare una risposta .

<Il Glitter sarà solo l'inizio. Poi metteremo a ferro e a fuoco tutti gli altri locali in cui covano quelle bestie.>
< Come attaccherete? Userete qualche kamikaze, che vanno tanto di moda al giorno d'oggi?> si era intromessa durante la spiegazione del piano. Andrea strabuzzò gli occhi per l'audacia della fresca alleata e per l'insensatezza delle sue parole:
<Kamikaze? Ti riveli americana quale sei! > la canzonò la tedesca <Non siamo rozzi come un qualunque sporco arabo. Noi ariani siamo eleganti. Se dobbiamo morire con onore, usiamo il cianuro. Se dobbiamo uccidere con stile... gas nervino.>
< Oh!> commentò solamente Sharon.
<Dobbiamo valutare se produrlo qui e trasportarlo, o far attrezzare un laboratorio in loco. Entrambe le scelte hanno i loro rischi.>
< Questo mi ricorda i tempi del Battle Axis...> li interruppe ancora la Regina Ragno. Una donna che non aveva più niente da perdere, a quanto pare, il che la rendeva particolarmente pericolosa. 

<Avremmo dovuto colpire con il Zyklon B una base americana... ma venimmo coinvolti in un altro piano, più ambizioso, anche se finì con la Squadra dei Vincitori che ci smascherò e catturò [4]. Gliela facemmo sotto il naso, perché non credo abbiano mai scoperto cosa avevamo in mente, o dove l'avessimo nascosto...>
<Stai dicendo che là fuori potrebbero esserci delle scorte inutilizzate di Zyklon B? L'originale?>
<Sì... certo, sono passati anni, potrebbero averlo ritrovato altri... ma sono sicura di ricordare il nascondiglio esatto...>

< Ma non avrà perso d’efficacia, dopo tutto questo tempo? > domandò Andreas.

< No questo tipo.> rispose Sharon con un sorriso beffardo  <Il Barone Zemo in persona ne elaborò una variante speciale in grado di conservarsi per molto tempo. Non chiedetemi perché, va vi  garantisco che quel gas è ancora pericoloso come allora...>
<Wunderbar!  Usare Zyklon dell'epoca del Terzo Reich sarebbe la ciliegina sulla torta, un tocco di stile irrinunciabile!> disse il figlio di Wolfgang Strucker, con una raccapricciante luce negli occhi.

Si stava già prefigurando l'attentato in tutti i suoi dettagli.
<Vi mostrerò il punto esatto dove l’abbiamo seppellito...> aggiunse la Kane  <datemi una mappa della Germania.>

Bundeskriminalamt, Sede di Berlino. Stanza degli interrogatori.

 

< ... complimenti per la memoria, allora.> commentò Vormund, dopo aver ascoltato una versione sintetica e parziale dell'incontro

<Perché avresti deciso di spifferare tutto? Perché dovrei crederti?>
<Perché spero che il giudice mi darà qualche attenuante... e perché i Fenris sono troppo furbi per lasciare immutati i loro progetti, con una prigioniera sul groppone... > allude la donna.

< Quanto hai detto non mi basta. Se vuoi delle attenuanti ed evitare di essere estradata agli Stati Uniti, o processata qui con più severità che a Norimberga, devi darmi più dettagli. Chi altro c’è che lavora per i Fenris?> le disse, allungandole un taccuino e una penna.

< Fammi tutti i nomi che conosci, dammi ogni dettaglio, firmami una dichiarazione giurata e forse allora riuscirò a fare qualcosa per te, dichiarando che hai accettato di collaborare senza alcuna reticenza. Non farlo, e te ne sali per il primo aereo per gli Stati Uniti... magari uno di quegli stati che hanno ancora la pena di morte!>
Eroe e criminale si scambiarono una lunga occhiata. Markus cercava di fare appello alla disperazione di Sharon e, nel frattempo, valutava la sensatezza di ciò che gli aveva appena detto.
<Il tempo stringe, signora Kane. Cosa decide?>

<Ja. Ci sto.> rispose la donna dopo averci pensato su qualche altro minuto.

Dieci minuti più tardi, con un taccuino pieno di informazioni tra le mani, Vormund decise che aveva saputo abbastanza per congedarsi da quella spiacevole compagnia:

< La lascio ai miei amici poliziotti. Io intanto, vado ad allertare le autorità israeliane. Le conviene non pensare a ritrattare quanto mi ha appena detto, perché altrimenti tutti i privilegi che le abbiamo concesso verranno annullati. >
<Non si preoccupi: è tutto vero. Adesso sta a lei riuscire o meno a sventare i loro piani. E’ tutto nelle sue mani. Buona fortuna, Hauptmann Deutschland > lo salutò la Regina Ragno, con l'intento di innervosirlo ulteriormente.

Tel Aviv, Israele. Quartier Generale del Mossad.Divisione Operazioni Speciali.

Un anno e mezzo prima, Ruth Bat-Seraph era ufficialmente morta. Per proteggere i bambini di un asilo, aveva fatto scudo con il proprio corpo contro una bomba palestinese [5]. Risultava morta ed era stata sepolta per oltre un anno.
Finché il soldato Lama Lucente, un connazionale membro dei Giovani Dei, non ebbe un'intuizione: e se il suo fattore di guarigione l'avesse preservata? Così era stato: la sua facoltà mutante l'aveva spedita in un letargo, come fosse una spora, e se non fosse stato per Carter Dyam, giacerebbe ancora nel suo sepolcro, per un sonno eterno [6].
Tornare alla normalità non era stato semplice. Per certi versi niente era cambiato: Israele e Palestina erano ancora ai ferri corti, lo stallo sembrava congelare il tempo.
Erano gli altri a guardarla diversamente.
In America nessuno fa più caso ai supereroi redivivi.
In Terra Santa, una resurrezione crea più suggestione. La maggior parte di coloro con cui aveva a che fare manifestava un timore reverenziale nei suoi confronti. E la sua vita privata era di fatto inesistente, sia per questa difficoltà a instaurare un rapporto normale, sia perché ella stessa preferiva buttarsi a capofitto nel lavoro.
Per esempio, passare ore e ore in palestra a togliersi la ruggine. Era stata ferma per mesi, letteralmente, e per quanto la sua mutazione avesse compensato, non può fare a meno di sentirsi fuori forma. Per questo era madida di sudore, mentre si allenava con un personal trainer affidatole dal Mossad per il suo pieno recupero.
< Un tempo avresti parato questo colpo>  le rimarcò l'allenatore, dopo averla atterrata con una mossa di krav maga.
<Non è un problema, quando guarisci subito. Sono abituata a gestire il dolore.> ribatté a parole e con una contromossa, ed entrambi sapevano che in un angolo della sua mente stava pensando non tanto all'apparente morte, quanto alla perdita di suo figlio per mano dei terroristi.

 Qualcosa a cui cerca di non pensare mai.
<Qui ti sbagli. Non puoi permetterti di abbassare la guardia e cullarti nei tuoi poteri.> contrattaccò il maestro <Hai visto che cosa è successo l'ultima volta che ci hai fatto affidamento?>
<Ora sto combattendo senza il mio normale equipaggiamento. Ti avrei evitato fluttuando via, per dirne una.>
< Devi essere pronta a qualsiasi situazione. E io sono un semplice umano.> conclude, bloccandola alle spalle con il braccio intorno al collo.

Quale modo migliore per dare corpo alle sue argomentazioni?
La sessione d’allenamento della superdonna venne provvidenzialmente interrotta da un impiegato della struttura:

<Ruth, dobbiamo interrompere la seduta. Hai mezz’ora per darti una sciacquata e metterti in uniforme. Abbiamo degli ospiti, stranieri per di più. Hanno chiesto di Sabra.>

<Ospiti ... internazionali? Di chi si tratta? I Vendicatori?>

<No, ma roba che scotta ugualmente, temo. Ti ragguaglierò dopo, ora preparati.>

Questa fretta era alquanto insolita. Il programma di oggi prevedeva dei test per valutare se dopo la sua “resurrezione” i suoi poteri erano tornati a piena portata.

Evidentemente c’era stata una grossa emergenza.

Quando si presentò nella sala riunione, tutto le fu chiaro:

<Ecco, lei è Sabra, la nostra eroina nazionale. Sabra, forse gli vi conoscete, lui è ...>

<Sì, ci siamo conosciuti al Palazzo delle Nazioni Unite, durante la guerra coi Marziani. Salve, Vormund [7].>

<Guten Tag, Sabra. Come avrai immaginato, non sono qui per turismo. Sono a conoscenza di un imminente attacco terroristico ai danni del vostro paese.>

<Da parte di chi?> domandò la donna, visibilmente preoccupata per la notizia appena saputa.>

< Ho interrogato una prigioniera e mi ha garantito la presenza dei fratelli Strucker dietro a tutto ciò.>

< Gli Strucker, quegli arroganti snob nazisti?>

< Esattamente. Sfortunatamente, non siamo a conoscenza del loro bersaglio. >

L’eroe tedesco le raccontò quanto era avvenuto giorni prima a Seebad Prora, per approdare agli esiti dell'interrogatorio con la Regina Ragno:
< ... i nomi che ci ha dato la Kane ci hanno portato a qualcosa. Abbiamo le foto di alcuni probabili terroristi. Ovviamente arriveranno nel vostro Paese sotto false identità, ma perlomeno abbiamo una speranza di intercettarli alle frontiere o, in ultima istanza, avvistarli per tempo nei paraggi dei luoghi sensibili.>

<Credo mi sia tutto sufficientemente chiaro. Grazie.>  annuì Sabra, con espressione meditabonda.
<Bene! Raggiungiamo il comando delle operazioni, ci aspettano.>


Nel breve tragitto dalla palestra alla sala riunioni, Vormund   approfittò per sbrigare in ritardo alcuni convenevoli:
<Comunque, devo ringraziare il tuo governo per avermi coinvolto e dato il permesso di intervenire.>
<Grazie a te per la soffiata tempestiva. Per fortuna non ti sei portato dietro Luftwaffe [8]. Avrei difficoltà ad approcciarmi con qualcuno che ha scelto un nome di battaglia così... rievocativo, ecco. >
<Aw, ma non c'entra nulla, te l’assicuro! Quello è il nome della nostra aviazione anche oggi! Ed è un bravo ragazzo, credimi. Del resto, anche tu non scherzi in quanto a nazionalismo... > le rispose sorridendo.
Ruth ignorò la bonaria frecciata ed entrò con il collega nella sala operativa.
< Dai verbali e dai riscontri sul campo... i terroristi potrebbero colpire in troppi punti >li aggiornò un analista, puntando le dita su una mappa virtuale.

 <Non sappiamo se hanno rinunciato ai locali gay: potrebbero contare proprio sul fatto che noi crediamo che cambino piano. In alternativa, potrebbero aver preso in considerazione la Borsa Valori, o l'Azraeli Center, il maggior contro commerciale della capitale, o altri centri commerciali. >

< Il punto è che è stato tutto troppo facile> intervenne Sabra  < Avete intercettato il recupero del gas, la tizia ha confessato buona parte del piano originario, ha fatto dei nomi... Ho bisogno di conoscere la tua impressione.

Ti è sembrata sincera? Dobbiamo seriamente prendere in considerazione l'idea che fosse un tentativo di depistaggio, pianificato o arrangiato sul momento.>
<Sì, sembrava sincera, ma non posso metterci la mano sul fuoco; non mettendo a rischio delle vite, perlomeno.>
<Come immaginavamo> prende la parola il comandante delle operazioni  <Stiamo lavorando con tutti gli altri servizi segreti, tutte le altre forze disponibili. Lama Lucente è di pattuglia con una squadra a Gerusalemme, proprio nel caso in cui la soffiata si rivelasse un diversivo.>
< O, appunto, nel caso abbiano cambiato completamente obiettivo dopo la cattura della Regina Ragno> completò l'analista esperto in terrorismo.
<Anche in Germania siamo al massimo stato di allerta, motivo per cui Luftwaffe e Blitzkrieger sono di pattuglia> fece eco Vormund.
< Abbiamo dubbi anche sui mandanti: potrebbe essere uno scaricabarile.>
<Bé, purtroppo c'è un grosso revival di movimenti neonazisti, da noi e all'estero. Da poco un certo Prodigy ha sgominato a Magonza la cellula chiamata Zeitgeist [9], ci sono piccoli gruppi sparsi per tutto il Paese... e poi ci sono loro, i Fenris, senza contare tutto ciò che hanno alle spalle i vari Zemo, il papà Von Strucker, il Teschio Rosso...>
<Terribile> scosse la testa Sabra, come a voler scacciare brutti pensieri .
<Se fosse confermato lo zampino dei Fenris, non sappiamo nemmeno se si tratti dei gemelli Von Strucker in persona, come suggerisce la Regina Ragno o, più probabilmente, agenti del loro gruppo omonimo.>
<Secondo noi, comunque, l'Azrieli Center è il complesso più sensibile, anche dal punto di vista simbolico, per i suoi grattacieli. Sapete, dopo l'11 settembre... Certo, sulla base di così pochi elementi, non possiamo far evacuare nessun posto!>
<Già. E potrebbero anche agire a minuti, ore, per quel che ne sappiamo. Io andrei subito in ricognizione, se non avete nulla in contrario.> li informò Ruth.
<Abbiamo già mandato delle squadre a setacciare la città, nella speranza di intercettarli. >
< Non ne dubitavo. Ah... Notizie dalle frontiere?>
<Nessun ingresso o carico sospetto intercettato, finora. Se il gas è già entrato in Israele, ci è sfuggito. Del resto qualcuno dispone anche del teletrasporto...>
<Speriamo di no.>
<Vormund, Sabra, siete autorizzati ad andare in pattuglia> comunicò il comandante.
<Grazie, signore > rispose con fare militaresco la supereroina.
<Buon lavoro... e in bocca al lupo, ragazzi. Ne abbiamo tutti bisogno...>

 

Continua...

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

Una delle “regole” che ci siamo posti in MarvelIT è stato quello di dare spazio anche agli eroi meno noti, e di esplorare la vita degli eroi che operano lontano dagli USA. Su WORLD WATCH e in questa serie abbiamo dato spesso risalto, infatti, a eroi di diverse nazionalità. Proprio come le celebrità di Hollywood o i campioni dell’ NBA, gli eroi americani sono i più famosi e celebri nel mondo, ma i supereroi esistono anche in altre parti del mondo, indossano costumi colorati, hanno insoliti poteri combattono l’ingiustizia proprio come fanno a New York. In questo episodio abbiamo messo insieme una coppia insolita, il tedesco Vormund e l’eroina israeliana Sabra.

Il primo è stato inventato da Mark Gruenwald e Rick Levins su Captain America vol. 1 # 387 ed è la versione teutonica dello stesso Cap; simbolo della nuova Germania unita (era il 1991) e della lotta al neonazismo, era riuscito a catturare nientemeno che il Teschio Rosso, con l’intento di farlo processare in Germania. Ha combattuto sia contro che al fianco di Capitan America, guadagnandosi la sua stima.

Il suo passato del GSG9 e le origini dei suoi poteri sono  frutto della fantasia di Carmelo Mobilia, mentre il suo addestramento da parte di Chris Nord – alias il mutante Maverick – è un’idea di Tobia Brunello, come scritto nella miniserie Gambit.

La seconda invece è apparsa per la prima volta su Incredible Hulk vol. 1  # 256, per opera di Bill Mantlo e Sal Buscema. La vicenda della sua “resurrezione” è un riferimento al #5 di questa serie, in cui Ruth veniva apparentemente uccisa dall’esplosione di un terrorista ma, come avete letto in questo episodio, i suoi poteri rigenerativi le hanno salvato la vita.

 

L'avversaria di questo numero è un personaggio complesso. La Regina Ragno era una supereroina di un'altra casa editrice, la Fox Feature Syndicate,  ed esordì in The Eagle #2 nel lontano 1941, contando pochissime apparizioni. Ritrovatasi nel parco personaggi della Marvel Comics, nel 1993 Roy Thomas pensò di riciclarla come avversaria degli Invasori (in Invaders v2, appunto), costruendole una nuova, contorta storia di background che giustificasse la sua alleanza con i Nazisti. Come detto nella storia, una vicenda di vendetta politica contro i russi, che avevano ucciso suo marito per ottenere la formula della ragnatela sintetica. Non a caso il personaggio è stato ripreso nelle nostre testate dedicate all'Uomo Ragno e, incidentalmente, ringiovanito. Di recente si era alleata al sanguinario dio-ragno Omm, da cui ha ricevuto in eredità, dietro le quinte, poteri assimilabili a quelli dell’ Uomo Ragno .

Potete comunque leggere le sue gesta nella sua epoca nella miniserie Tramonto dorato di Carlo Monni, responsabile di avercela fatta conoscere.

 

Questo racconto era stato originariamente pensato per essere un unico episodio, ma poi abbiamo deciso di arricchirlo e di spezzarlo in due; per questo motivo l’eroe tedesco ha avuto maggior spazio in questo episodio... nel prossimo numero daremo il dovuto spazio anche a Sabra, oltre a scoprire qualcosa di più sui piani dei Fenris e... assistere al ritorno di un vecchio nemico!

 

Carmelo & Mickey

 

1 = Da Wikipedia: «Il GSG 9 (abbreviazione dal tedesco Grenzschutzgruppe 9) è l'unità di élite anti-terrorismo e operazioni speciali della Polizia Federale Tedesca (formalmente del corpo/servizio federale delle guardie di frontiera - Bundesgrenzschutz), ed è considerata una delle migliori del suo genere al mondo. Molte nazioni hanno organizzato le proprie unità speciali seguendo il modello del GSG 9.»

2 = Nella fattispecie, il Juvenator, che ricorda chi ha letto la saga americana Ladri di vita con protagonisti l'Uomo Ragno e l'Avvoltoio.

 

3= Del dio Omm, su L'Uomo Ragno (MIT) #75.

4= Vedi la miniserie Tramonto Dorato di Carlo Monni.

5= Nel #5 di questa serie.

6= In Giovani Dei #5.

7=  In un retroscena del nostro primo crossover generale La Guerra dei Mondi.

8= Supereroe tedesco apparso in Thor (MIT) #10 e L'Uomo Ragno (MIT) #80.

9= Su L'Uomo Ragno (MIT) #80